Come altre prassi proprie delle arti marziali, anche questa usanza deriva da una tradizione di origine religiosa. Con l'espressione Kan i giapponesi indicano i trenta
giorni piu' freddi dell'anno.
Secondo la tradizione orientale, originariamente i trenta giorni del Kan erano impiegati per rivolgere a Buddha le "preghiere dell'inverno"- kanmairi - che venivano appunto recitate nelle ore piu' fredde della giornata e al termine delle quali ci si purificava lavandosi con acqua fredda raccolta in apposite tinozze; si narra che le preghiere cosi'formulate vengano sempre esaudite.
Il Kangeiko e' praticato tuttora, tuttavia attualmente si svolge nell'arco di 10 giorni o 1 settimana, invece che di 1 mese. Esiste una pratica analoga anche durante il
periodo piu' caldo dell'estate, e' chiamato Shochugeiko ossia "Pratica di Mezza Estate".
La tradizione vuole che il senso del Kangeiko risieda anche nel fatto di iniziare un nuovo anno di pratica con un elevato livello di fatica e di consapevolezza che deve accompagnare il praticante per tutto l'anno.
Nelle arti marziali la Pratica del Freddo ha finalita' di carattere formativo tanto dal punto di vista fisico quanto da quello psichico. Sottoporsi ad un allenamento in condizioni particolarmente ostili, come quelle che ricorrono nei giorni del Kan, alzandosi prima che si levi il sole per sottoporsi immediatamente a diverse ore di pratica, impone non soltanto un particolare impiego delle proprie energie fisiche, ma anche una ferrea forza di volonta' che consenta di superare le sensazioni piu' immediate, avvertite dal nostro corpo, e che
permetta a ciascun praticante di raggiungere la consapevolezza di se stesso.
Il Kangeiko consente pertanto di allenare il corpo, ma anche di addestrare la mente, rafforzare lo
spirito, sviluppare il senso del gruppo e raggiungere la consapevolezza di se'.
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